Da Costantino a Carlo Magno e a seguire: sulle tracce del potere temporale della Chiesa sorto per garantire la sua autonomia spirituale. Fino alla crisi di oggi e alla Chiesa dolente

Nel monumento a san Francesco (con le braccia alzate non perché canta Laudato Sii, ma per reggere la Chiesa come gli ha chiesto il Signore), ti sei sentito anche tu chiedere aiuto dalla Madre Trinidad per presentare la Chiesa con tutta la sua identità e bellezza: “Aiutatemi ad aiutare la Chiesa!”. Tutti siamo chiamati ad aiutare la santa Madre Chiesa.

Sei stato nel “Sancta sanctorum”, la Cappella privata del papa, nucleo del Patriarchio, sede del papa durante mille anni. E hai percorso la Scala santa, commovente esempio di pietà cristiana.

L’Ombrellone (insegna imperiale e papale della Chiesa) o sinnicchio (abitare insieme), parlano di una gestione del potere temporale e spirituale di armonia sempre difficile ma necessaria. In questo equilibrio la Chiesa è uscita sempre perdente. Anche la dicitura incisa “Mater et Caput Omnia Ecclesiarum” alla base delle colonne ci parla di una chiesa che è capo e madre di tutte le chiese del mondo, anche della tua parrocchia.

Inevitabile girarsi per vedere il Triclinio di Leone III, o meglio, ciò che rimane.

Da Roma a Costantinopoli con Costantino, da Costantinopoli a Roma con Carlo Magno! Segnala la nascita del potere temporale della Chiesa per garantire la sua autonomia spirituale. Si è molto parlato sul potere temporale e spirituale della Chiesa. Bisogna considerare che normalmente la Chiesa ci ha rimesso sempre quando è stata a fianco al potere temporale o ha dovuto gestirlo.

Entrando nell’atrio della basilica troviamo la statua originaria di Costantino che ci ricorda ancora il motivo della chiesa, cioè, il senso della gratitudine di Costantino verso Cristo. Ricordiamo anche che la Chiesa orientale ortodossa considera Costantino, pur con tutti i suoi limiti, santo. E la storia lo chiama Costantino il Grande.

Percorrendo la navata centrale, i grandi pilastri sono i dodici apostoli. In nessuna chiesa come qui si verifica la affermazione che gli apostoli sono le colonne della Chiesa. Dietro ogni apostolo c’è l’architrave di una porta: sono porte di entrata, perché attraverso la predicazione e i sacramenti, che sono propri degli apostoli, i fedeli entrano nella Chiesa. E una volta dentro non escono perché custoditi dal buon Pastore attraverso i suoi pastori.

Avanzando ancora si arriva al transetto. A sinistra c’è il monumento di papa Leone XIII alla cui base è rappresentata la Chiesa afflitta. Senza forze, caduta a terra, poggiata sulla roccia di Pietro, la Chiesa è rappresentata in un periodo storico singolare. Richiama l’esperienza di Madre Trinidad che nel 1972, nel giorno dell’Epifania, in un momento singolare storico anch’esso, caduta a terra e vestita con un manto di lutto e guardando verso di lei, le chiese aiuto. Ci ricolleghiamo ancora con l’inizio della visita. “Aiutatemi ad aiutare la Chiesa” con il suo vero volto, ricolma di divinità.

In alto il mosaico fa vedere il volto di Cristo che forse contemplò Costantino. È la prima volta che il volto di Cristo è raffigurato pubblicamente dopo le persecuzioni. Sotto quel volto c’è lo Spirito Santo, dal cui becco fluiscono le acque che cadono sulla croce gemmata e gloriosa, acqua che si apprestano a bere i cervi e le pecore, segno delle anime cristiane. Acqua ancora che si riversa sulla città ivi rappresentata che è la Nuova Gerusalemme. Acqua che si riversa per il mondo intero. Non c’è dubbio che Roma è la città delle acque, sia quelle divine e sia quelle create.

Usciti dalla basilica, andiamo in battistero, che è posizionato su un antico ninfeo. Rimane battistero di riferimento per tutti i battisteri delle altre chiese del mondo. Gli otto lati con le colonne e la trabeazione rappresentano la settimana ebraica da sabato a sabato includendo poi l’ottavo giorno che la domenica. Giorno della resurrezione, rinascita, battesimo. Noi viviamo ormai nell’ottavo giorno i tempi della pienezza, i tempi della Chiesa. Sono i tempi del battesimo che ci fa diventare creature nuove nel tempo nuovo. Lì ha significato confermare le promesse del battesimo. E, con sincera emozione, lo abbiamo fatto. Qui trova spazio il Salmo 87:

Si dirà di Sion: “L’uno e l’altro è nato in essa e l’Altissimo la tiene salda”.
Il Signore scriverà nel libro dei popoli: “Là costui è nato”.
E danzando canteranno: “Sono in te tutte le mie sorgenti”.