E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: ‘Uomo di poca fede, perché hai dubitato?’.
Matteo 14,31
Forza e coraggio. Dal Vaticano arriva un messaggio per i marinai imbarcati su questa vita. L’esistenza dell’uomo è come una nave in mezzo al mare: le tempeste la sferzeranno sempre ma con l’aiuto di Dio si potranno affrontare senza paura. Prima di lasciare San Pietro, l’avviso al pellegrino viene lanciato dal mosaico della Navicella di Giotto, nell’atrio di fronte al portale maggiore. Si ritiene che l’opera sia stata realizzata tra il 1305 e il 1313, danneggiata da due successivi spostamenti, tagliata e poi ricomposta (tanto che solo una parte sarebbe originale). Il restauro più significativo è degli inizi del Seicento. Le repliche sparse in Europa sono circa una trentina.
La scena del mosaico fa vedere Cristo che salva gli apostoli dalla furia delle onde. Primo della ciurma cristiana è Pietro, futura “pietra angolare” della Chiesa cattolica. La rappresentazione si rifà al Vangelo secondo Matteo (14,22-33). Dice il testo: “Subito dopo [Gesù] ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull’altra sponda… La barca – continua – distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario… Verso la fine della notte – prosegue il testo – Cristo venne verso di loro camminando sul mare… Pietro gli disse: ‘Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque’. Ed egli disse: ‘Vieni!’. Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò… Ma per la violenza del vento – si racconta – s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: ‘Signore, salvami!’. E subito – in conclusione – Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: ‘Uomo di poca fede, perché hai dubitato?’”.
Secondo la teologia, il mare simboleggia l’instabilità nel mondo, la tempesta le tribolazioni dell’esperienza umana e la barca la Chiesa che può trasportare dalla mortalità di questa vita all’immortalità dell’altra. La simbologia della salvezza è presente pure nell’Antico Testamento con l’Arca di Noè, e si ritrova anche nel Nuovo Testamento, dove è Cristo l’albero maestro che tiene la rotta di quest’esistenza. In un suo intervento, Ratzinger aveva spiegato così la figura di Pietro che cammina sulle acque: “Non per la propria forza, ma per la grazia divina in cui crede… Quando viene sopraffatto dal dubbio e ha paura del vento, quando non si fida pienamente della parola del Maestro vuol dire che si sta interiormente allontanando da Lui e rischia di affondare nel mare della vita… e non possiamo più passare sulle tempeste” della vita. I naviganti sono avvisati.