Roma è una e unica e può avere solo un cuore che ha palpitato e palpiterà lungo i secoli. Molti eventi e persone si sono susseguiti in questa storia secolare con delle posizioni che sono cristallizzate come quella plastica che quando passa del tempo perde morbidezza. Posizioni indurite e inservibili.
Una scommessa: se guardiamo con gli occhi giusti e dall’Alto, sicuramente vedremmo una sola storia, un solo popolo che solca i tempi: appunto un solo cuore.
L’interpretazione che fa il popolo ebreo delle Sacre scritture è perfettamente valida per la Chiesa. E l’interpretazione che la Comunità ebraica di Roma possa fare della propria storia alla luce delle Scritture è perfettamente valida per i cristiani romani.
Come non vedere nella lotta fraterna di Esaù e Giacobbe nel ventre materno i due popoli fraterni – ebrei e cristiani – in rivalità?
E come non salutare gli eventi del 1870 come la liberazione del nuovo Ciro (Stato italiano), sia per gli ebrei romani che uscirono dal ghetto che per la Chiesa?: “La Provvidenza, ora lo vediamo bene aveva diversamente disposto le cose, quasi drammaticamente giocando negli avvenimenti”. (Paolo VI)
E la deportazione 587 a.C. non c’entra nulla con la deportazione del 1943 e.v.?
È possibile che lungo questi millenni la Provvidenza non abbia inviato profeti al suo Popolo secondo la Sua premura?
Non vediamo lungo i secoli quanta è stata la tenerezza e la consolazione dell’Eterno con il suo popolo custodendo le sue lacrime?
E non è un amore dimostrato quello del popolo ebreo romano nei confronti del suo Custode?
A Roma è dove può avvenire più facilmente l’abbraccio fraterno tra ebrei e cristiani ritrovando reciproca stima, scoprendo di abitare gli uni dentro degli altri.
Nella Roma ebraica è dove può avvenire l’incontro pacificatore dentro al tuo cuore, ebreo o cristiano che sia, sperimentandoti parte di una sola e unica alleanza, discendenza di un solo padre Abramo e cittadino della Roma comune, nuova Gerusalemme.
Pace-Shalom a Roma è perfettamente possibile. Provaci!