In questo itinerario le sorprese sono state molto svariate e coinvolgenti. A tratti, lungo il percorso, il cattolico piange con gli ebrei nel roseto, nella deportazione o nell’Arco di Tito, e il giudeo sente il giusto vanto del Shavuot, dei Giubilei o di aver curato lo stesso papa con incomparabile scienza medica.
A Roma le differenze si riducono al minimo e i vincoli crescono a dismisura. Non può riprendere il cristiano il tallit e avvolgersi per la preghiera, usare la kippàh come segno di rispetto e sottomissione a D-o o mettere e baciare la Mezuzàh a casa sua per avere sempre presente la legge? Non possiamo riprendere quei segni che sono stati nostri, che abbiamo perso lungo i secoli e che i giudei hanno custodito gelosamente per restituirceli?
Non può andare il giudeo a San Pietro in Vaticano, sentirsi a casa sua e avere un’esperienza attualizzata dello Yom Kippur?
Non andavano in passato folle di pellegrini ebrei per vedere il Mosè di Michelangelo? E non ritorneranno?
Tutti sogni? Roma Celeste, Nuova Gerusalemme è capace di tutto questo e di più. Solo un cuore totalmente giudeo e appassionatamente cattolico è capace di gustare appieno questa Città Eterna.
I “ghetti spirituali” che ciascuno di noi porta dentro e che impediscono una completa identificazione, cadranno e ci ritroveremo con la sorpresa che non eravamo poi così distanti e tanto meno nemici. Il diabolos, che vuol dire ingannatore, accusatore, separatore, e che ha saputo infilarsi quando ancora eravamo UNO, non prevarrà.
Soprattutto a Roma, sede della comunità ebraica più antica di Europa e sede delle chiavi del Regno del Cielo.
Quasi cento anni fa (1938) Marc Chagall, dipinse La Crocifissione bianca compiendo un’operazione di comunione tra la religione ebraica e quella cristiano-cattolica.
Preghiamo perché sorga presto un autore capace di esprimere e di cantare la grandezza, la afflizione e la gloria comune di Israele e della Chiesa a Roma.
La Crocifissione bianca
Cristo come martire ebreo La tradizionale corona di spine che Cristo indossa sul capo è sostituita da una stoffa bianca. La scala potrebbe essere il simbolo del collegamento tra il cielo e la terra qui di tra l’uomo e Dio. Le persone raffigurate all’interno della piccola imbarcazione sono profughi ebrei. Nell’angolo in basso a sinistra. Nel dipinto è raffigurata una Torah, la Legge Ebraica, che viene messa in salvo prima di ogni cosa. La Menorah è il candelabro a sette braccia che ricordano i sette giorni della creazione come descritto nel libro della Genesi della Bibbia.
La sinagoga in fiamme fa riferimento alle sinagoghe bruciate durante la Seconda Guerra Mondiale. Chagall dipingendo la figura di Cristo allude alle persecuzioni verso il popolo ebraico e alla uccisione di milioni di innocenti.