Se si osserva bene la chiesa simboleggia l'amore di una madre. Il primo gesto protettivo è nella loggia della basilica. Le colonne avvolgono il Nazareno nel mosaico sulla parete

La vergine si chiamava Maria.

Luca 1,27

Anche il Nazareno ha avuto una mamma amorevole e accudente. La sua dimora è la basilica di Santa Maria Maggiore, costruita per venerare la Vergine e rievocare la grotta della natività di Betlemme. La chiesa metaforicamente è il corpo di Gesù in quello di Maria.

Se si osserva bene, il primo gesto protettivo è espresso nella facciata della basilica: le colonne sono le braccia che avvolgono Gesù nel mosaico sulla parete della loggia superiore. L’edificazione della chiesa iniziò nel 432 (altri dicono nel 352), un anno dopo il terzo Concilio di Efeso in cui si stabilì che la Madonna è madre di Dio. Per tradizione tutti i grandi eventi umani sono annunciati da altri sovrumani. E la fondazione di Santa Maria Maggiore non è sfuggita alla regola. Secondo tradizione, in principio fu una visione onirica a indicare dove si dovesse posare la prima pietra. Siamo nell’anno 352. Nella notte tra il 4 e 5 agosto al patrizio Giovanni apparve in sogno Maria: gli disse di costruire una chiesa nel punto in cui il giorno dopo sarebbe caduta la neve, in piena estate. Possibile? con il caldo di agosto? Si riporta che nelle stesse ore anche papa Liberio ebbe la medesima apparizione. Così, la mattina seguente i due si ritrovarono sul posto accorgendosi che le immagini avute nei loro sogni erano in effetti realtà. E da allora la basilica è detta anche Liberiana o Madonna della Neve.

Ma Santa Maria Maggiore è anche la chiesa dei record “mondani”. È il più antico santuario d’Occidente, conserva quasi intatta la sua struttura paleocristiana e custodisce opere d’arte e reliquie preziose. Per esempio, nella Cappella paolina ci sono il ritratto acheropìta della celebre Madonna con Bambino (la Salus Populi Romani) e accanto al presepe di Arnolfo di Cambio sono conservati i frammenti della sacra culla di Gesù. Il soffitto della navata centrale è a cassettoni in legno decorato con l’oro proveniente dall’America. Inoltre, sotto al pavimento, ai piedi del presbiterio si trova la tomba del grande artista barocco Gian Lorenzo Bernini. Il complesso architettonico comprende pure il campanile (1375-1376) più alto della Capitale: 75 metri. Il pezzo forte della basilica, però, resta sempre l’amore materno.