La strada inaugurata nel 1937 per ricordare i Patti lateranensi tra Italia e Vaticano. Ma c'è anche un senso spirituale: collegare sacro e profano, piazza San Pietro con il Lungotevere

Per riunire i figli di Dio che erano dispersi.
Giovanni 11,52

Ci sono circa 420 metri che collegano il sacro al profano. È via della Conciliazione. In linea retta il percorso stradale unisce piazza San Pietro al Lungotevere. Ma interviene anche un’altra geometria a mostrare il significato sottopelle del tracciato. Gli atti ufficiali lasciano intendere il motivo ispiratore del progetto: rappresentare lo spirito che l’11 febbraio 1929 portò Santa Sede e Stato italiano a firmare i Patti lateranensi. Cioè, una conciliazione: trovata giornalistica che diede il nome all’opera. I documenti ricordano quando e perché fu istituito il celebre varco: il 16 settembre 1937, per il Giubileo del 1950. In dodici mesi furono rimossi i palazzi che costituivano la cosiddetta Spina di Borgo. Per la maggior parte, le famiglie che vivevano in quelle case furono trasferite nelle zone periferiche del Tufello (a Roma) e di Acilia (a pochi chilometri dal litorale romano) dando al paesaggio urbano un altro orizzonte. Però, osservata da una diversa angolazione quell’opera urbanistica raggiunse anche un secondo obiettivo: non d’ingegneria civile ma “celeste”. Via della Conciliazione realizzò la giuntura tra due mondi, divenne il corridoio che metteva in comunicazione la dimensione esteriore illusoria con quella interiore spirituale. Era un traghetto delle anime sempre in movimento.

La carreggiata fu scavata per essere ampia e sicura e far “navigare” i fedeli tra la sfera visibile della città e quella “invisibile” della Chiesa. Prima di allora, già nel 1500 Alessandro VI aveva voluto un rettifilo – prima nominato via Alessandrina, ora Borgo Nuovo – che andasse da Ponte Sant’Angelo alla Santa Sede, sino alla Porta Santa, aperta nel Natale 1499.

Nelle sue visioni artistiche è pensabile che anche il celebre scultore Gian Lorenzo Bernini avesse immaginato una via del genere. Ma dopo lo scisma protestante l’artista era stato incaricato di fare altro, di stupire l’orbe cattolico concependo un colonnato che fosse le braccia vaticane spalancate (inizialmente alla processione del Corpus Domini) e imprimere ai marmi la forza espressiva dell’accoglienza. Oggi, ogni giorno tra quelle braccia via della Conciliazione consegna moltitudini di pellegrini. Meraviglia riuscita.