Fu qui che Ottaviano vide chi avrebbe sconvolto il suo impero: gli apparve la Madonna con il Bambino. Quando lui regnava Cristo nasceva. Oggi in quel punto c'è la basilica dell'Aracoeli

E sarà come un sogno.
Isaia 29,7

Fu sul Campidoglio che il cristianesimo apparve a Roma per la prima volta. Oggi su quel terreno sorge la basilica di Santa Maria in Aracoeli (altare del cielo), secondo tradizione consacrata nel 590 d.C. da Gregorio Magno. Già in epoca antica l’area ospitava l’altare di un altro cielo. Dal monte Albano al colle capitolino, i Romani avevano trasferito il tempio di Giove (509 a.C.) accanto a quelli dedicati a Minerva, Giunone (la triade divina) e all’”Auguraculum” dal quale gli àuguri “leggevano” gli auspici osservando il volo degli uccelli.

Quello che davvero accadde su quell’altura è intriso di mistero. Al riguardo circolano versioni diverse. Quella “celeste” dice che per mettere la Storia nella direzione giusta – da pagana a cristiana – determinante fu la visione che ebbe Ottaviano (63 a.C.-14 d.C.). Il giovane era nipote e figlio adottivo di Giulio Cesare (102-100 a.C.-44 a.C.), il grande generale ucciso perché aveva bramato troppo. Dopo l’omicidio del dittatore il rampollo ascese al governo di Roma assieme a Marco Antonio e Lepido. Dalla convivenza forzata i tre passarono all’inevitabile scontro. Sconfitto il primo in guerra e deceduto il secondo per cause naturali, la figura di Ottaviano s’ingigantì. Il Senato lo riconobbe “divino”, la Repubblica venne archiviata e Cesare Augusto diventò primo imperatore, dal 27 a.C. al 14 d.C.: quando Cristo nasceva lui regnava.

Quindi l’evento soprannaturale, l’altro passo verso Roma Celeste. La tradizione riporta che mentre andava a consultare la sibilla, il potente Augusto ebbe un’anteprima del futuro che sarebbe stato. Tra le nuvole apparve la Madonna col Bimbo che gli disse: “Ecco l’altare del Figlio di Dio”. E così, più tardi in quel luogo fu fondata l’Aracoeli. Da terra fino all’ingresso fu sistemata una scalinata di 124 gradini in omaggio a Maria per la fine della peste nel 1348.

Dal 1249 la basilica, prima affidata ai benedettini, è custodita con cura dai francescani. Ma la sacra costruzione non ha sempre avuto vita tranquilla. Nel 1885-1935 fu addirittura minacciata dalle demolizioni che erano state pensate per fare spazio al poderoso Vittoriano: in prima battuta opera dedicata a re Vittorio Emanuele II artefice dell’unità d’Italia, poi tomba monumentale del Milite ignoto della Grande guerra. La fede, però, fermò le ruspe. Il luogo di culto era molto amato dai romani e le autorità non volevano andare contro la devozione popolare. Così si riuscì a evitare che la basilica fosse rasa al suolo. Le manifestazioni di dedizione cristiana verso la basilica continuano ancora oggi. Però, fino al 1994 erano particolarmente intense. In una cappella interna dell’Aracoeli si trovava la statua del Bambinello fatta con il legno di un ulivo del giardino dei Getsemani, in Terra Santa, dove Gesù Cristo fu arrestato delle guardie del Sinedrio. Motivo per cui i fedeli consideravano la scultura miracolosa, meta di pellegrinaggi e di continue richieste di guarigione. Ma quell’anno i ladri la trafugarono portando via anche parte del sentimento religioso.