4. E Costantino “uccise” gli dèi

Le divinità cominciarono a morire nell’ottobre 312 d.C. Costantino non volle ringraziare i numi per la vittoria ottenuta a Ponte Milvio. E offrì la sua fedeltà a Gesù che l'aveva ispirato

Aprimi gli occhi perché io veda le meraviglie della tua legge.
Salmo 119,18

Gli dèi di Roma cominciarono a morire sull’Aracoeli nell’ottobre 312 d.C. La “mattanza divina” non avvenne in un giorno soltanto, ma allora fu sferrato il colpo che in seguito si rivelerà fatale: gli idoli cominciarono a svanire.

A quel tempo Costantino governava sull’Impero insieme con Massenzio. Però, si sa, il potere divide e non ci volle molto perché tra i due fosse guerra. Quell’anno la battaglia decisiva avvenne a Ponte Milvio. Le fonti riferiscono che Massenzio disponeva di un esercito di 100 mila uomini mentre quello di Costantino era di appena 40 mila soldati (altri studiosi cambiano le cifre ma le proporzioni restano le stesse). Quindi, stando ai calcoli Costantino stava andando incontro a sicura disfatta. Non a un trionfo da celebrare ma a una sconfitta senza gloria. Però accadde qualcosa, tra storia e leggenda, che mutò il destino, non solo dello scontro ma pure di Roma e di altro ancora.

La notte tra il 27 e il 28 ottobre, è episodio tramandato, Costantino ebbe la visione di un simbolo e la percezione di una voce che gli ordinava di mostrarlo sugli scudi dei suoi guerrieri. Udì: In hoc signo vinces, sotto questo segno vincerai. L’emblema era il monogramma formato dalle lettere sovrapposte dell’alfabeto greco X (si legge “chi”) e P (si legge “ro”), iniziali della parola Christós, Cristo. Costantino così fece. Impugnò la spada e diede ascolto al Cielo. Vinse e tutto si trasformò.

La prima rivoluzione fu un rifiuto. In contrasto con il protocollo dell’epoca e sollevando lo stupore di tutti, il generale non fu disposto a celebrare il suo trionfo come voleva la vecchia usanza, salendo sul Campidoglio per ringraziare gli dèi. Testa e cuore gli dicevano che non erano stati i numi romani ad avergli assicurato la vittoria ma qualcun altro: Cristo. Perciò – come scrive Dante – non dovevano essere quelle “false e bugiarde” divinità a godere della sua riconoscenza. E la cerimonia non si fece.

Nel 313 Costantino rese ufficiale il suo grazie al Cielo. Quell’anno firmò il celebre editto col quale venne estesa la libertà di culto in tutto il regno, si tolsero le catene al cristianesimo e si mise fine (anche se non del tutto) alle persecuzioni dei fedeli della croce. La musica del Cielo era cambiata: fu posta la prima pietra della Roma cristiana.