La basilica è punto di riferimento della piantina "astrale" della città. Da qui si propagano le strade (i raggi luminosi) che vanno a toccare i luoghi-simbolo della Nuova Gerusalemme

Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con Maria, madre di Gesù.

Atti degli Apostoli 1,14

È la stella polare di Roma. Santa Maria Maggiore non è solo quello che si vede ma soprattutto ciò che essa rappresenta. È il punto di riferimento di una mappa del Cielo, anche atlante della storia di Cristo in terra e piantina stradale della città.

La chiesa è come se brillasse. Da lei si propagano i “raggi”, le strade che vanno a toccare i luoghi-chiave della Nuova Gerusalemme. Le vie stellari raggiungono Trinità dei Monti, San Giovanni in Laterano e Santa Croce in Gerusalemme. Ciascuna basilica possiede significati propri. Rispettivamente: Padre-Figlio-Spirito Santo, Battesimo e Passione di Cristo.

Negli anni, per dare visibilità al disegno “celeste” c’è stato un susseguirsi di progetti urbanistici. In occasione del Giubileo del 1575, Gregorio XIII volle aprire via Merulana (prima via Gregoriana), unendo la basilica mariana a San Giovanni in Laterano e Santa Croce in Gerusalemme. E poi, ad ampliare il piano (non riuscendoci completamente) intervenne il successore Sisto V cui si deve lo scorrimento su via Sistina (un tempo via Felice, dal suo nome di battesimo): mise in comunicazione Trinità dei Monti con Santa Maria Maggiore.

La stella di Maria è stata realizzata.